Stefano Sannino e Mogherini indagati: perché questo scandalo ti riguarda più di quanto pensi

Il mondo della diplomazia europea è stato scosso da un terremoto che ha fatto schizzare il nome di Stefano Sannino in cima alle ricerche Google italiane. Oltre 5000 ricerche nelle ultime quattro ore e un volume di crescita del 1000% non lasciano dubbi: gli italiani vogliono sapere chi sia questo diplomatico finito improvvisamente sotto i riflettori per accuse di corruzione e frode negli appalti europei. La vicenda coinvolge anche Federica Mogherini e solleva interrogativi inquietanti sulla trasparenza delle istituzioni comunitarie e sulla gestione dei fondi pubblici destinati alla formazione dei diplomatici.

Stefano Sannino: carriera e ruolo nella diplomazia europea

Per chi non mastica quotidianamente di politica estera e corridoi brussellesi, il nome Sannino potrebbe suonare nuovo. Eppure, questo diplomatico italiano di 65 anni rappresenta uno dei volti più autorevoli della diplomazia europea degli ultimi decenni. La sua carriera è costellata di incarichi prestigiosi che pochi possono vantare nel curriculum: ambasciatore d’Italia in Spagna per quattro anni, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea, e ciliegina sulla torta, segretario generale del Servizio europeo per l’azione estera dal 2021 al 2024.

Quest’ultimo ruolo merita un approfondimento. Il Servizio europeo per l’azione esterna, noto con l’acronimo SEAE, è sostanzialmente il corpo diplomatico dell’intera Unione Europea. Essere a capo di questa macchina significa coordinare la politica estera di 27 paesi, una posizione di potere e responsabilità straordinaria. Durante il suo mandato, Stefano Sannino ha lavorato fianco a fianco con Federica Mogherini, l’ex ministro degli Esteri italiano diventata Alto rappresentante per la politica estera dell’UE.

Fermo a Bruxelles: le accuse di corruzione e frode

Ma perché allora questo pilastro della diplomazia europea è diventato improvvisamente virale? La risposta è tanto semplice quanto sconvolgente: il 2 dicembre 2025, Sannino è stato fermato a Bruxelles nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura Europea, l’EPPO. E non è solo. Insieme a lui risultano indagati proprio Federica Mogherini e una terza persona la cui identità non è ancora stata resa pubblica.

Le accuse sono di quelle che fanno tremare i polsi: frode negli appalti, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale. Non esattamente le infrazioni amministrative che si sistemano con una multa e qualche scusa formale. Si tratta di reati che, se confermati, potrebbero compromettere irreparabilmente la reputazione di un diplomatico che ha dedicato una vita intera al servizio delle istituzioni.

Appalto truccato per la formazione dei diplomatici europei

Ma cosa si contesta esattamente a Stefano Sannino? Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura Europea, al centro della vicenda c’è una procedura di gara avvenuta tra il 2021 e il 2022. L’obiettivo era selezionare un ente per realizzare un programma di formazione della durata di nove mesi destinato ai futuri diplomatici europei presso il prestigioso Collegio d’Europa di Bruges, in Belgio.

Fin qui, tutto potrebbe sembrare routine amministrativa. Il problema è che, secondo gli investigatori, durante questa gara d’appalto sarebbero stati violati articoli fondamentali del Regolamento finanziario europeo relativi alla concorrenza leale. In altre parole, il campo di gioco non sarebbe stato livellato per tutti i partecipanti.

Ma c’è di più, e qui la faccenda si fa davvero sporca. La Procura sostiene che informazioni riservate relative alla procedura di gara sarebbero state divulgate a uno dei candidati partecipanti. Un classico caso di mani in pasta: qualcuno avrebbe avuto accesso anticipato ai criteri di selezione, un vantaggio competitivo illegale che trasforma una gara pubblica in una farsa orchestrata. Il Collegio d’Europa di Bruges non è un’istituzione qualunque. Fondato nel 1949, rappresenta una delle principali fucine di formazione per la classe dirigente europea. Passare da quelle aule significa avere un biglietto da visita dorato per una carriera nelle istituzioni comunitarie.

Le prossime 48 ore decisive per Stefano Sannino

Il fermo di Stefano Sannino non è definitivo. La procedura belga prevede che resti valido fino a 48 ore, durante le quali un giudice istruttore nelle Fiandre Occidentali dovrà decidere se convalidarlo o meno. Sono ore cruciali che determineranno il futuro immediato del diplomatico e, probabilmente, la portata mediatica dell’intera vicenda. Se il fermo verrà convalidato, la macchina giudiziaria europea entrerà nel vivo con interrogatori, perquisizioni e ulteriori indagini. Se invece il giudice deciderà di non procedere, Sannino potrà tornare in libertà, anche se le indagini continueranno comunque il loro corso.

Impatto politico dello scandalo Sannino-Mogherini

Al di là delle responsabilità individuali, che spetterà alla magistratura accertare, questo caso solleva interrogativi inquietanti sulla trasparenza delle istituzioni europee. Come è possibile che un appalto destinato a formare i futuri diplomatici dell’Unione sia stato gestito in modo così opaco? Chi doveva controllare ha controllato davvero? La presenza di Federica Mogherini tra gli indagati aggiunge un ulteriore livello di interesse politico. Ex ministro degli Esteri italiano e figura di primo piano del Partito Democratico, Mogherini ha guidato la politica estera europea in anni cruciali, dall’accordo nucleare con l’Iran alla gestione delle crisi in Medio Oriente. Vederla coinvolta in un’inchiesta per corruzione è uno shock per molti.

Il picco di ricerche su Stefano Sannino non è casuale. Gli italiani sono storicamente sensibili agli scandali che coinvolgono loro connazionali in posizioni di potere, soprattutto quando si parla di istituzioni europee spesso percepite come distanti e poco trasparenti. La combinazione di un diplomatico di alto profilo, accuse di corruzione e il coinvolgimento di una figura politica nota come Mogherini crea il mix perfetto per catturare l’attenzione mediatica. Inoltre, c’è un elemento di curiosità genuina: molti italiani stanno scoprendo solo ora l’esistenza e l’importanza di figure come Sannino, che pur lavorando nell’ombra hanno gestito dossier cruciali per la politica estera europea e, di riflesso, italiana.

Come sempre in casi del genere, è fondamentale mantenere un equilibrio tra il diritto di cronaca e la presunzione di innocenza. Stefano Sannino è indagato, non condannato. Le accuse sono gravi, ma spetterà alla magistratura europea fornire prove concrete e garantire un processo equo. Quello che è certo è che questo scandalo ha riacceso i riflettori su meccanismi di gestione dei fondi pubblici europei che troppo spesso operano lontano dagli occhi dei cittadini. La trasparenza non può essere un optional, soprattutto quando si amministrano i soldi dei contribuenti europei.

Quanto credi siano trasparenti gli appalti delle istituzioni europee?
Totalmente opachi e truccati
Poco trasparenti purtroppo
Nella media accettabile
Abbastanza controllati
Massima trasparenza garantita

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