Stasera in tv il gran finale di Sandokan con Can Yaman: muore un pirata e nasce la leggenda che tutti stavano aspettando

In sintesi

  • 🐅 Sandokan
  • 📺 Rai 4K alle 21.30
  • 🎬 La serie racconta la trasformazione di Sandokan da giovane pirata a leggendario eroe anticoloniale, tra azione, tradimenti e battaglie epiche, con un cast internazionale e una produzione spettacolare che aggiorna il mito per il pubblico contemporaneo.

Sandokan, Can Yaman, Ed Westwick e la spettacolare produzione Rai-Lux Vide che ha riportato in vita la leggendaria Tigre della Malesia tornano stasera in TV con gli episodi 7 e 8, in onda su Rai 4K alle 21.30. È il gran finale di stagione, quello che chiude il cerchio dell’origin story e che segna la trasformazione definitiva del pirata più celebre della narrativa italiana. Una serata da non perdere, anche perché questi due episodi sono fra i più intensi, densi e ambiziosi dell’intera serie.

Sandokan episodi 7-8 e la costruzione della leggenda

La nuova serie diretta da Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo ha lavorato per otto episodi a costruire il mito, mostrando un Sandokan giovane, impulsivo e ancora lontano dall’eroe romantico e politico che conosciamo dai romanzi di Salgari. Negli episodi di stasera tutto converge: la profezia dayak, il sentimento tra Sandokan e Marianna, le oscure ambizioni di Lord Brooke e la frattura tra potere coloniale e resistenza indigena. È l’episodio in cui “muore” un pirata e nasce la figura destinata a imprimersi nell’immaginario collettivo.

“Morte di un pirata” è un titolo che gioca su più livelli. C’è il faccia a faccia tra Sandokan e il Sultano, decisivo per la lotta del popolo dayak, e c’è la crisi emotiva di Marianna, schiacciata tra il padre e le pressioni di Brooke. Persino Yanez si trova davanti a un bivio, in bilico tra la sua indole avventuriera e la fedeltà a un fratello destinato a diventare ben più di un comandante. Tutti i fili narrativi tesi fin qui trovano un punto di rottura, e la serie fa un salto netto verso toni epici e politici.

Nel capitolo conclusivo, “Il prezzo della riscossa”, arrivano tradimenti, alleanze improbabili e quella resa dei conti che i fan aspettano da settimane. Brooke è finalmente il villain che il pubblico ama odiare, affilato e manipolatore, mentre Sandokan e Yanez combattono non più solo per sopravvivere, ma per liberare un popolo intero. La battaglia finale non è solo spettacolo: è il momento in cui la serie dichiara apertamente di voler riscrivere Sandokan come eroe anticoloniale contemporaneo, mantenendo però la patina romantica e avventurosa dell’originale salgariano.

Un cast internazionale e un mito italiano

Tutto questo funziona perché il cast è costruito con precisione chirurgica. Can Yaman, dopo mesi di preparazione, dà corpo a un Sandokan fisico e carismatico, lontano dalla versione stoica di Kabir Bedi ma con un’energia magnetica perfetta per una produzione moderna. Ed Westwick è un Brooke affascinante, ambiguo e quasi shakespeariano nel suo desiderio di potere. Alessandro Preziosi costruisce un Yanez ironico e malinconico, mentre Alanah Bloor è una Marianna molto più autonoma e combattiva rispetto alle versioni passate.

È interessante osservare quanto questa serie lavori su un immaginario ormai “transgenerazionale”: chi ha amato il Sandokan anni ’70 riconosce omaggi e richiami, ma al tempo stesso la produzione sceglie un linguaggio seriale internazionale, tra colpi di scena, world building e un’estetica digitale che usa in modo massiccio la virtual production. È un Sandokan che non copia il passato, bensì lo aggiorna con orgoglio nerd, spingendo sul concetto di mitologia pop italiana.

  • Riprese in Italia con ambientazioni del Borneo ricreate fra Lazio, Toscana e Calabria.
  • Virtual set enormi a Cinecittà per simulare mari tropicali e orizzonti al tramonto.

Un’operazione produttiva rara nella fiction italiana, che mostra quanto Rai e Lux Vide puntino su questo franchise. Non a caso la seconda stagione è già confermata, segno che l’esperimento è riuscito e che il pubblico ha risposto alla grande, con ascolti vicini ai sei milioni nella prima serata.

Perché vale la pena guardarlo stasera

Chi ha seguito la serie avrà la soddisfazione di vedere la trasformazione completa del personaggio. Chi invece arriva solo ora può comunque godersi un finale denso, pieno di azione e tensione emotiva, e soprattutto un capitolo televisivo che dice molto sul modo in cui l’Italia sta riallacciando i fili con il proprio immaginario d’avventura. Sandokan è un mito che ha superato il secolo, nato dalla fantasia di un autore che non mise mai piede in Asia, eppure in grado di parlare a generazioni lontanissime tra loro. Questa nuova serie lo reinterpreta come eroe politico, simbolo di libertà e identità culturale, senza rinunciare alla sua natura di personaggio larger-than-life.

Azione e colpi di scena caratterizzano i due episodi più spettacolari della stagione, mentre il triangolo SandokanMariannaBrooke arriva finalmente alla resa dei conti, mantenendo intatti tensione e pathos. Tutte le dinamiche già accennate esplodono in un finale che chiude il cerchio narrativo e prepara il terreno alla seconda stagione.

Stasera su Rai 4K, alle 21.30, arriva quella scintilla che trasforma un pirata in leggenda. Chi ama le storie epiche, le atmosfere esotiche e le anime tormentate troverà un finale che alza l’asticella. E, soprattutto, troverà un Sandokan che torna a fare quello che ha sempre fatto meglio: infiammare l’immaginazione del pubblico italiano.

Qual è il momento più atteso del finale di Sandokan?
La battaglia finale epica
Il faccia a faccia con il Sultano
La resa dei conti con Brooke
La scelta di Marianna
La trasformazione in leggenda

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