In sintesi
- 🎬 Una poltrona per due
- 📺 Italia 1, ore 21:20
- 📝 Commedia cult ambientata a Natale che racconta, con ironia e satira sociale, lo scambio di vite tra un broker e un truffatore, svelando i meccanismi della finanza e i temi di razzismo, classismo e ingiustizia sociale, diventata ormai una tradizione televisiva italiana della Vigilia.
Una poltrona per due, Eddie Murphy, Dan Aykroyd, Jamie Lee Curtis e la regia di John Landis: basta questa combinazione per capire che stasera, Vigilia di Natale 2025, su Italia 1 ci aspetta quel mix irresistibile di risate, satira sociale e tradizione televisiva che ormai è diventato un vero rito italiano.
Sì, anche quest’anno alle 21:20 torna il classico “Trading Places”, la commedia del 1983 che da quasi trent’anni scandisce la Vigilia come panettone, tombola e scambio di regali tardivi. Ma al di là dell’effetto nostalgia, vale sempre la pena rivederlo perché, come capita ai cult veri, ogni anno rivela un dettaglio nuovo, una battuta dimenticata, un rimando satirico che oggi suona ancora più graffiante di ieri.
Una poltrona per due e i motivi per cui funziona ancora così tanto
Il cuore del film è la scommessa da un dollaro dei fratelli Duke, due magnati annoiati che decidono di “divertirsi” scambiando la vita del borioso broker Louis Winthorpe III con quella del truffatore di strada Billy Ray Valentine. Qui John Landis piazza una delle satire più taglienti del cinema americano anni ’80: mette a nudo razzismo, classismo e un capitalismo predatorio in cui i ricchi giocano letteralmente con la vita degli altri come fosse un esperimento da laboratorio. Ed è impressionante quanto resti attuale il messaggio, soprattutto oggi che il discorso sulle disuguaglianze è tornato centrale anche nella cultura pop.
La forza del film, però, sta soprattutto nei suoi personaggi: Eddie Murphy, allora ventiduenne, sprigiona un talento comico inarrestabile; Dan Aykroyd si diverte a destrutturare l’archetipo dell’uomo d’affari WASP; Jamie Lee Curtis illumina la scena con un personaggio femminile sorprendentemente moderno per l’epoca, lontano dagli stereotipi della prostituta “di contorno”. Rivedere oggi le loro performance significa ripercorrere uno dei momenti più brillanti del cinema comico americano, quello che ha definito l’immaginario degli anni ’80.
Una poltrona per due: la trama e ciò che ricordiamo meno
Di solito lo guardiamo come “il film di Natale con Eddie Murphy”, ma dietro la confezione brillante c’è una storia scritta con una precisione quasi matematica. Il modo in cui il film spiega – semplificando, certo – i meccanismi dei futures sul succo d’arancia è diventato un caso di studio. Non è un’esagerazione: economisti e divulgatori lo usano ancora per introdurre concetti complessi a chi non ha familiarità con la Borsa. Lo scambio di rapporti sul raccolto, il panico in sala contrattazioni, il crescendo di urla e numeri: è tutto orchestrato in modo talmente efficace che persino oggi, nell’epoca dei tutorial su YouTube, resta una delle sequenze più istruttive mai viste al cinema.
E non va dimenticato un dettaglio nerdissimo, spesso citato dagli appassionati: la dinamica del colpo finale messa in scena da Winthorpe e Valentine sfrutta davvero la logica delle posizioni short e long. Certo, è romanzata, ma non inventa nulla. E questo è uno dei motivi per cui la pellicola ha retto alla prova del tempo: sotto la superficie comica c’è una cura quasi ingegneristica nell’intrecciare satira, finanza e ritmo narrativo.
Momenti cult da rivedere con attenzione
- La scena di Winthorpe travestito da Babbo Natale, completamente a pezzi: un simbolo visivo perfetto della sua “caduta” sociale.
- L’ingresso di Billy Ray nel mondo dell’alta finanza: Eddie Murphy che improvvisa spiegando i titoli e i bond è ancora oggi un meme vivente.
La verità è che “Una poltrona per due” non è mai solo un film: è un pezzo di cultura pop. E in Italia, più che altrove, ha assunto quella dimensione rituale che pochi altri lungometraggi possono vantare. Da quando Italia 1 lo ha reso un appuntamento fisso nel 1997, è diventato un elemento del nostro immaginario festivo. Generazioni diverse lo guardano insieme, ridono degli stessi momenti, anticipano le battute, fanno zapping ogni anno “giusto per vedere dove sono arrivati”.
Perché rivedere Una poltrona per due proprio stasera
Quest’anno vale ancora di più la pena accendere la TV: rivedere come Murphy e Aykroyd ribaltano le logiche di potere della finanza fa un certo effetto alla luce dell’attualità. Il film è radicale senza prendersi troppo sul serio, divertente senza diventare mai sciocco, politico senza predicare. E nonostante sia ambientato nella New York anni ’80, parla di temi universali – mobilità sociale, ingiustizia, pregiudizi – che non hanno perso un grammo di impatto.
E poi c’è un aspetto quasi affettuoso: ritrovare ogni anno questi personaggi è come rivedere un gruppo di amici che, anche se conosci a memoria, riescono sempre a tirarti su il morale. È questa la magia dei cult veri: restano freschi, vivi, presenti, perfetti per una serata in cui si mischiano leggerezza, famiglia e un po’ di sana tradizione pop.
Se quindi stasera vuoi un titolo che faccia ridere, riflettere e che sappia creare quell’atmosfera di “Natale vissuto davvero”, la risposta è sempre la stessa: Italia 1, 21:20. Perché certe tradizioni non si toccano.
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