Quando acquistiamo una confezione di latte UHT per i nostri figli, tendiamo a controllare l’etichetta nutrizionale con attenzione, cercando di capire quanto zucchero e quante calorie stanno effettivamente assumendo. Ma c’è un dettaglio che sfugge alla maggior parte dei consumatori e che può portare a valutazioni completamente errate: la dimensione della porzione indicata sulla confezione raramente corrisponde a quella realmente consumata, specialmente quando si tratta di bambini.
Il trucco nascosto nelle etichette nutrizionali
Aprendo il frigorifero e afferrando un brick di latte, probabilmente non ci soffermiamo su quel piccolo dettaglio in alto nella tabella nutrizionale: “per 100ml” oppure, ancora più subdolo, “per porzione (125ml)”. Questo numero apparentemente innocuo nasconde una distorsione significativa della realtà . Un bicchiere standard utilizzato per la colazione contiene infatti circa 200-250ml di liquido, quasi il doppio della porzione ufficiale riportata sulle confezioni.
La conseguenza? I valori di zuccheri, calorie e altri nutrienti che leggiamo sulla confezione vanno mentalmente raddoppiati per avvicinarsi a ciò che nostro figlio consuma realmente. Una differenza tutt’altro che trascurabile quando si tratta di monitorare l’apporto quotidiano di zuccheri semplici.
Perché le porzioni dichiarate sono così ridotte
Non esiste una normativa europea che obblighi i produttori a indicare porzioni realistiche sulle etichette. Il Regolamento europeo sull’informazione alimentare richiede che i valori nutrizionali siano espressi obbligatoriamente per 100g o 100ml, lasciando facoltativa l’aggiunta di informazioni per porzione. Quando questa informazione aggiuntiva viene fornita, la dimensione della porzione è stabilita discrezionalmente dal produttore stesso.
Il risultato è evidente: porzioni artificialmente ridotte fanno apparire il prodotto più leggero e salutare di quanto non sia nella realtà d’uso quotidiano. Una confezione che dichiara 6g di zuccheri per porzione da 125ml suona decisamente meglio di una che dichiara 9,6g per una porzione da 200ml, pur trattandosi dello stesso identico prodotto consumato nella stessa quantità effettiva.
L’impatto reale sul consumo giornaliero di zuccheri
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che gli zuccheri liberi non superino il 10% dell’apporto energetico totale giornaliero per adulti e bambini, percentuale che idealmente dovrebbe scendere al 5% per benefici aggiuntivi sulla salute. Per un bambino di 6-10 anni, questo si traduce in circa 25-35 grammi di zuccheri al giorno, basandosi su un fabbisogno energetico medio di 1600-2200 kcal giornaliere.

Considerando che un bicchiere effettivo di latte da 200ml può contenere tra i 9 e i 12 grammi di zuccheri naturalmente presenti nel lattosio, ci rendiamo conto che già la colazione assorbe una quota significativa della soglia giornaliera. Se a questo aggiungiamo che molti bambini bevono latte sia a colazione che a merenda, il calcolo diventa ancora più rilevante.
Ma se ci basiamo sulla porzione ufficiale di 125ml riportata in etichetta, potremmo sottostimare drasticamente l’apporto reale, convincendoci erroneamente che ci sia ancora ampio margine per altri alimenti zuccherati durante la giornata.
Come leggere correttamente le etichette
La prima regola per una corretta valutazione nutrizionale è ignorare completamente la colonna “per porzione” quando presente, concentrandosi esclusivamente sui valori per 100ml. A quel punto, occorre fare un rapido calcolo mentale basato sulla quantità effettivamente versata nel bicchiere. Misurate una volta per tutte la capacità del bicchiere abitualmente utilizzato dai vostri figli e moltiplicate i valori per 100ml indicati in etichetta per il fattore corrispondente: se il bicchiere contiene 200ml, moltiplicate per 2.
Conservate questi dati calcolati come riferimento per valutare l’apporto nutrizionale complessivo della giornata e confrontate prodotti diversi sempre sulla base degli stessi 100ml, mai fidandovi delle porzioni dichiarate che possono variare arbitrariamente tra un marchio e l’altro.
L’importanza di un’informazione trasparente
Questo fenomeno non riguarda esclusivamente il latte, ma si estende a numerose categorie di prodotti alimentari. Cereali da colazione, succhi di frutta, yogurt e snack vari presentano spesso lo stesso problema di porzioni sottostimate che creano un’illusione di maggiore salubrità .
Come consumatori abbiamo il diritto di ricevere informazioni chiare e trasparenti, aderenti alla realtà d’uso dei prodotti. Una porzione dichiarata dovrebbe riflettere il consumo abituale, non un valore arbitrario che serve principalmente a rendere più appetibili i dati nutrizionali. Nel frattempo, la difesa più efficace rimane la consapevolezza: saper leggere criticamente un’etichetta, fare i calcoli necessari e non lasciarsi ingannare da numeri che appaiono rassicuranti solo perché riferiti a quantità irrealisticamente ridotte. I nostri figli meritano scelte alimentari informate, basate su dati reali e non su porzioni di fantasia che esistono solo sulla carta.
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