In sintesi
- 🎬 Shrek
- 📺 Italia 1, ore 21:25
- 📖 Una fiaba animata irriverente che ribalta i cliché delle favole classiche, raccontando con umorismo e profondità il valore dell’accettazione di sé, dell’amicizia e dell’amore, attraverso le avventure dell’orco Shrek, della principessa Fiona e del simpatico Ciuchino.
Shrek, DreamWorks Animation, Eddie Murphy, Mike Myers e una delle fiabe più irriverenti di sempre tornano stasera in TV per accendere il prime time di Italia 1. E per un sabato sera di dicembre, con le feste alle porte, poche cose hanno lo stesso potere comfort di un cult capace di parlare sia ai bambini che agli adulti. Il capolavoro del 2001 diretto da Andrew Adamson e Vicky Jenson va in onda alle 21:25, pronto a ricordarci perché ha rivoluzionato l’animazione moderna e come sia riuscito, con un orco verde e un asino logorroico, a cambiare per sempre il modo di raccontare le fiabe.
Shrek su Italia 1: perché rivederlo stasera
Rivedere Shrek oggi è un’esperienza sorprendentemente fresca. Il film è invecchiato benissimo, merito della sua anima pop, della comicità meta-narrativa e delle scelte coraggiose della DreamWorks, che nel 2001 decise di costruire una fiaba ribaltandone tutte le regole. L’eroe non è un principe; la principessa non sogna il castello; il villain è un tirannello ossessionato dalla perfezione; il concetto di “vero amore” non riguarda la trasformazione in una forma ideale, ma l’accettazione della propria identità.
La storia la conosciamo: Shrek, orco burbero che ama la solitudine della sua palude, si ritrova addosso un intero esercito di creature delle fiabe sfrattate da Lord Farquaad. Parte controvoglia in missione per liberare la principessa Fiona, accompagnato dall’indimenticabile Ciuchino, doppiato in Italia da Tonino Accolla. Quel viaggio, pensato per riavere la palude pulita, diventa un percorso emotivo potentissimo in cui Shrek scopre l’amicizia, l’amore e soprattutto la propria vulnerabilità.
Il bello è che rivederlo regala sempre dettagli nuovi: battute che da piccoli non potevamo cogliere, riferimenti alla cultura pop dei primi anni Duemila, gag costruite con un ritmo che ancora oggi molti film d’animazione faticano a replicare. E poi c’è lei, Fiona: una principessa che combatte karate, mangia come un orco e “canta” così potente da far esplodere un uccellino. Anticonvenzionale prima che fosse mainstream esserlo.
Perché Shrek è diventato un cult assoluto
Il trionfo culturale di Shrek non deriva solo dalla trama, ma dal modo in cui ha frantumato i cliché delle fiabe classiche. DreamWorks mise in scena una satira affilata dell’immaginario disneyano: Duloc è un parco a tema perfetto e inquietante, Farquaad è la caricatura vivente del potere che ripulisce ciò che non rientra nei suoi standard, e lo “specchio magico” funziona come un talent show ante litteram.
Per gli appassionati, resta impossibile ignorare anche la colonna sonora: “All Star” degli Smash Mouth è diventata una bandiera generazionale, rinata poi nell’ecosistema dei meme. E la scelta di far chiudere il film con “I’m a Believer” cantata direttamente dai personaggi è il tipo di idea che oggi fa tanto “retro”, ma che allora definì un mood nuovo per i film d’animazione.
A livello più nerd, Shrek è stato anche un traguardo tecnico. Nel 2001 l’animazione digitale stava esplodendo, ma la DreamWorks adottò un approccio molto diverso da Pixar: più caricaturale, più satirico, meno pulito e più volutamente irriverente. E la decisione di Mike Myers di ridoppiare tutto il film con l’accento scozzese costrinse la produzione a una spesa enorme, ma regalò al personaggio una sfumatura iconica che ancora oggi lo definisce.
- È stato il primo film a vincere l’Oscar come Miglior film d’animazione.
- Ha imposto uno stile narrativo più adulto nei film animati mainstream.
- Italia 1, ore 21:25: Shrek (2001), durata 130 minuti.
- Un classico di Natale non dichiarato, ma amato come tale.
L’eredità di Shrek è oggi immensa: ha generato sequel, spin-off (su tutti Il Gatto con gli Stivali), un universo di meme e una riconoscibilità trasversale che pochi titoli di inizio anni Duemila possono vantare. È uno di quei film che riesce a essere intrattenimento puro e, allo stesso tempo, riflessione sul pregiudizio, sulla diversità e sulla paura di mostrarsi per ciò che si è davvero.
Cosa aspettarsi dalla visione di stasera
Se lo guardi con la famiglia, troverai un film che diverte tutti, dai bambini agli adulti. Se lo riguardi da appassionato, ti godrai una quantità di strati narrativi e citazioni pop che raccontano benissimo i primi anni 2000. E se lo guardi con occhio un po’ più critico, scoprirai un racconto sulla fragilità umana sotto forma di fiaba sovversiva: Shrek si isola per evitare il rifiuto, Fiona lotta con il proprio corpo e con l’idea di “accettabilità”, Ciuchino è il simbolo dell’amicizia incondizionata. Per questo, vent’anni dopo, continua a funzionare.
Perfetto da rivedere, perfetto da riscoprire: Shrek è il film ideale per un sabato sera leggero, intelligente e pieno di cuore. Uno di quei titoli che non smettono mai di brillare, proprio come la sua cipolla: strati su strati, e dentro un nucleo sorprendentemente tenero.
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