Osservare un nipote adolescente che fatica a riconoscere il proprio valore può essere straziante per un nonno. Quella sensazione di impotenza davanti a un ragazzo che si sminuisce costantemente, che evita le sfide per paura di fallire o che interpreta ogni piccolo errore come conferma della propria inadeguatezza, tocca corde profonde. Eppure, i nonni occupano una posizione privilegiata e delicata allo stesso tempo: abbastanza vicini per fare la differenza, abbastanza distanti dai conflitti quotidiani per offrire una prospettiva diversa. Il confine tra sostegno prezioso e interferenza è sottile, ma può essere attraversato con consapevolezza e intelligenza emotiva.
Il potere invisibile della presenza non giudicante
Gli adolescenti con bassa autostima sono spesso sovraccarichi di aspettative, confronti e pressioni. Quello che molti nonni non realizzano è che la loro arma più potente non sono i consigli o le rassicurazioni verbali, ma la presenza incondizionata. La teoria dell’attaccamento di John Bowlby sottolinea che figure adulte che offrono una base sicura senza pretese di performance contribuiscono a costruire la sicurezza interiore negli adolescenti.
Questo significa creare spazi in cui il nipote possa semplicemente esistere senza sentirsi valutato. Non serve riempire ogni silenzio con domande sui voti o sullo sport: a volte basta cucinare insieme, guardare un film, fare una passeggiata. Passare tempo insieme in attività condivise modifica positivamente la relazione intergenerazionale, trasformando i nonni in una fonte esperienziale ed emotiva per i ragazzi.
Raccontare i propri fallimenti: la narrazione come strumento terapeutico
Gli adolescenti con scarsa autostima tendono a credere che il successo sia lineare e che le persone di valore non sbaglino mai. I nonni possiedono un tesoro spesso sottoutilizzato: decenni di esperienze, inclusi fallimenti, momenti imbarazzanti e rimonte inaspettate.
Condividere autenticamente i propri errori del passato, non come lezioni moralistiche ma come storie genuine, aiuta l’adolescente a normalizzare le difficoltà . Quando avevo vent’anni ho perso tre lavori in un anno oppure la prima volta che ho guidato ho fatto una figuraccia davanti a tutti sono narrazioni che umanizzano l’adulto e mostrano che l’imperfezione non impedisce una vita degna e felice. La ricerca sulle relazioni intergenerazionali indica che i nonni fungono da fonte di benessere psicologico per i nipoti attraverso il contatto affettivo e la condivisione di esperienze.
Il coordinamento discreto con i genitori
La paura di sembrare invadenti è legittima, ma può essere gestita attraverso una comunicazione preventiva e rispettosa con i genitori. Un approccio efficace consiste nel condividere le proprie osservazioni senza giudicare lo stile educativo dei figli.
Frasi come ho notato che Marco sembra duro con se stesso ultimamente, come lo vedi tu aprono il dialogo senza posizioni di superiorità . Chiedere esplicitamente come posso essere utile secondo te riconosce l’autorità genitoriale e crea alleanze invece che conflitti.
Molti genitori di adolescenti sono esausti e grati di avere sostegno, purché non si sentano criticati. I nonni possono diventare quella figura complementare che offre ciò che i genitori, immersi nelle battaglie quotidiane, faticano a dare: pazienza infinita e prospettiva a lungo termine. Il coinvolgimento dei nonni come custodi secondari è aumentato globalmente e fornisce vantaggi affettivi ed emotivi sia ai nipoti che ai nonni stessi.
Rispecchiare i punti di forza senza forzare
Gli adolescenti con bassa autostima hanno un filtro cognitivo distorto che cancella i feedback positivi e amplifica quelli negativi, fenomeno studiato dalla terapia cognitiva di Aaron Beck. I nonni possono fungere da specchio alternativo, ma devono farlo con credibilità .

Invece di lodi generiche come sei bravissimo, che vengono spesso ignorate o percepite come bugie pietose, funzionano meglio osservazioni specifiche e concrete: ho notato come hai spiegato quel videogioco a tuo cugino con una pazienza incredibile, hai proprio il dono di far capire le cose complicate.
Questo tipo di feedback è verificabile dall’adolescente stesso e quindi più difficile da respingere. Crea inoltre consapevolezza su competenze che il ragazzo potrebbe non aver mai considerato come punti di forza. Attività condivise, come invertire i ruoli permettendo al nipote di insegnare qualcosa al nonno, rafforzano il senso di competenza e modificano positivamente la percezione reciproca.
Creare opportunità di competenza senza pressione
La teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan evidenzia che l’autostima si costruisce attraverso esperienze di competenza, autonomia e appartenenza. I nonni possono offrire contesti a bassa pressione dove l’adolescente sperimenta la padronanza.
Questo potrebbe significare insegnare qualcosa che il nonno sa fare bene, come riparare oggetti, cucinare un piatto speciale, curare il giardino o scattare fotografie. Può essere altrettanto efficace chiedere aiuto autentico: non capisco come funziona questo telefono, mi aiuteresti tu. Quest’ultimo approccio è particolarmente potente perché inverte i ruoli e permette all’adolescente di sentirsi competente e necessario.
Riconoscere quando serve aiuto professionale
Esiste una differenza tra insicurezze tipiche dell’adolescenza e segnali di disagio più profondo. Se il nipote manifesta ritiro sociale prolungato, commenti autolesionisti, cambiamenti drastici nel sonno o nell’alimentazione, oppure espressioni di disperazione, il ruolo del nonno include condividere queste preoccupazioni con i genitori e suggerire delicatamente una valutazione con uno psicologo specializzato in età evolutiva. Studi dimostrano che il coinvolgimento dei nonni è associato a minori sintomi depressivi nei giovani.
Non si tratta di superare i confini ma di essere quella sentinella attenta che, da una posizione di amore e osservazione privilegiata, può notare ciò che altri potrebbero minimizzare per difesa o esaurimento emotivo.
La rivoluzione del tempo lungo
I nonni hanno un vantaggio che nessun altro possiede: la prospettiva di una vita intera. Hanno visto bambini diventare adulti, crisi trasformarsi in opportunità , periodi bui lasciare spazio a stagioni luminose. Trasmettere questa visione a lungo termine, non con parole vuote ma con la tranquilla certezza di chi ha attraversato molte stagioni, è forse il dono più potente che possono offrire a un adolescente che vede solo il buio del momento presente. I nonni sono centrali per lo sviluppo affettivo ed emotivo dei nipoti.
La fiducia non si costruisce con grandi gesti ma con la costanza discreta di chi c’è sempre, senza giudicare, senza pretendere, semplicemente testimoniando che esiste un modo diverso di guardare se stessi e la propria vita. E questa testimonianza silenziosa, nel tempo, può fare la differenza tra un adolescente che si perde e uno che ritrova la propria strada.
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